La Villa di Marlia presenta il prospetto principale caratterizzato da un semplice loggiato di dimensioni contenute, mentre la facciata posteriore ha un’impaginazione regolare sottolineata da doppie fasce marcapiano e dalla sequenza uniforme delle aperture che, nelle porte laterali dell’avancorpo, recano decorazioni a bassorilievo. I caratteri architettonici della villa progettati da Marchelli sono rimasti sostanzialmente inalterati mentre diversa risulta, oggi, parte degli arredi.
All’interno, a piano terreno, troviamo la grande sala da ballo ornata da affreschi di Stefano Tofanelli e il vestibolo con pareti levigate a stucco e soffitto a lacunari da cui si accede alla luminosa scala, che immette nell’anticamera del primo piano. Gli ambienti sono caratterizzati da una composizione simmetrica e ordinata, ispirata ai canoni neoclassici, in un’immagine univoca di spazio, decorazione e colore. In alcune stanze inoltre il progetto decorativo include alcuni elementi architettonici, come ad esempio nella Camera da letto del Principe, dove troviamo simulato un loggiato di colonne ioniche.
Dati Generali | |
Nome del bene: | Villa Reale di Marlia |
Denominazioni storiche del bene: | Villa Orsetti |
Localizzazione | |
Localizzazione geografica amministrativa | |
Stato: | Italia |
Regione: | Toscana |
Provincia: | Lucca |
Comune: | Capannori |
Località: | Marlia, Villa Reale |
Indirizzo: | viale Europa |
Ubicazione (solo per beni immobili) | |
Coordinate geografiche (UTM/Gauss-Boga): | 43°53’59.50’’ N – 10° 33’ 22.22’’E |
Campi descrittivi del bene | |
Notizie storico critiche: | Acquistata il 4 luglio 1806 da Lelio Orsetti, la villa di Marlia interpretava le esigenze rappresentative dei nuovi Principi per una ‘dignitosa’ residenza di campagna. I lavori di ristrutturazione furono affidati all’architetto Lazzarini, seguito da Théodore Bienaimé fatto giungere nel 1807 da Parigi, a cui poi subentrò nel 1809 Marchelli, che formatisi alla scuola parigina degli architetti di Napoleone Percier e Fontaine, svolse un ruolo centrale nella ristrutturazione del palazzo. Il risultato fu una residenza connotata da una forte unitarietà stilistica tra architettura e repertorio decorativo, in linea con i principi stabiliti da Percier e Fontaine che non separarono mai l’architettura dalla composizione degli interni. Impegnati nelle decorazioni furono numerosi stuccatori e pittori, francesi ed italiani, tra cui Stefano Tofanelli, autore dell’affresco della Danza delle ore nel soffitto della sala da ballo a piano terreno concluso da Jean-Baptiste Desmarais a causa della morte dell’artista lucchese. |