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Scheda censimento

Forte Santa Maria

 
Il forte è collocato sulla punta di Santa Maria, nel XVI secolo denominata Cavo Castello, sulla sponda occidentale del Golfo. Aveva forma di stella a cinque punte, tre rivolte verso il mare e due verso la collina retrostante, le quali fomavano agli angoli dei mezzi bastioni di un’opera a corno. Aveva un’estensione di circa 150 metri, mentre l’altezza media al di sopra della superficie del mare era di circa 25 metri. Il mare la lambiva su tre lati. Sotto il forte vi era una batteria a filo d’acqua che poteva contenere sei pezzi di grosso calibro. Il corpo di guardia conteneva sei soldati. Il forte era circonadto dalla parte del mare da un muro a forma di falsa braga. L’opera a corno aveva un fossato tagliato nella roccia largo 20 metri e alto, dal lato della controscarpa, circa 12 metri. Presso la cortina dell’opera a corno si elevava un cavaliere, solidamente costruito, di 60 metri di lunghezza e di 20 metri di larghezza che poteva contenere sette pezzi di grosso calibro. La funzione di questo cavaliere era di defilare il forte dal dominio delle colline.

Dati Generali
Nome del bene: Forte Santa Maria
Denominazioni storiche del bene:

Forte Santa Maria

Localizzazione
Localizzazione geografica amministrativa
Stato: Italia
Regione: Liguria
Provincia: La Spezia
Comune: Portovenere
Localitą: Le Grazie
Campi descrittivi del bene
Notizie storico critiche:

 
notizie storico-critiche
L'erezione del forte di Santa Maria ebbe inizio nel 1564, come si evince da alcuni documenti conservati presso l'Archivio di Stato di Genova. I lavori furono decretati dalla Repubblica genovese per fornire, in un momento politico particolarmente difficile per la Superba, adeguata contrapposizione alle incursioni turchese e a qualsiasi altra mira espansionistica esterna. Progetto e costruzione furono affidati all'architetto Ponzello, il quale venne affiancato da Gio Francesco Vivaldo, nominato commissario del forte. Le operazioni procedettero con sufficiente celerità: nel 1568 il forte era parzialmente in attività.
Nel 1605, i genovesi Orazio Lercaro, Cesare Giustiniani, Giorgio Spinola e Giorgio Centurione furono inviati in ricognizione nel golfo spezzino. Ne rilevarono lo stato di non sicurezza e pur lodando la fortezza Santa Maria non poterono non denunciare l'insufficienza dei pezzi in sua dotazione e l'isolamento in cui essa si trovava: le fortificazioni esistenti non potevano impedire l’entrata e l’uscita di navi nemiche.
Il forte di Santa Maria subì nel 1606 una ristrutturazione.
Nel 1669 la fortezza venne dichiarata inutile alla difesa dello stato e quindi da dismettere, in quanto le spese per il suo mantenimento erano ben superiori ai servizi da essa forniti. Tale  proposta però non fu mai presa in considerazione.
Nella prima metà del XVIII secolo sopralluoghi al forte vennero svolti dalll'ingegnere Pietro Morettini che fornì una descrizione negativa della situazione di fatto proponendo quindi una serie di accorgimenti. Un perfezionamento difensivo ben più complesso fu progettato da Matteo Vinzoni. Egli previde la realizzazione di tre batterie esterne, traverse, controguardie, piazze d’armi, fossi, strade coperte e un «bonetto».  In seguito, nel maggio del 1794, il capitano ingegnere Francesco Pezzi osservava, in una sua riflessione indirizzata alla giunta di pubblica difesa, che il forte di Santa Maria non risultava bene posizionato poichè subiva il dominio della montagna soprastante.
Nell’agosto del 1799 il forte subì l’attacco dell'esercito austriaco che occupò temporaneamente il golfo, nonché il danneggiamento da parte degli Inglesi i quali nel 1800 fecero saltare l’opera a corno e il fronte verso il mare, ma senza riuscire a danneggiare il cavaliere.
Quindi, sancito il passaggio della Liguria all'Impero di Napoleone Bonaparte nel 1805, il Golfo della Spezia fu oggetto di un vasto progetto che lo voleva porto militare e sede dell'arsenale. A ciò si deve il susseguirsi di visite e relazioni da parte di militari, ingegneri e cartografi nel Golfo. Il colonnello Morlaincourt nel 1807 compilò un memoire in cui esaminava lo stato delle fortificazioni sotto vari aspetti e prefigurava un progetto generale di difesa.  In particolare, ipotizzò lo scavo di un canale che avrebbe dovuto isolare dalla terraferma il forte di Santa Maria, intervento mai realizzato. L'anno succesivo, Francesco Pezzi e gli ufficiali del Genio francese incaricati della manutenzione e conservazione delle fortificazioni del Golfo proposero una serie di lavori indispensabili al recupero funzionale e al miglioramento delle fortificazioni esistenti, tra cui la riparazione del forte di Santa Maria e l’aumento della sua capacità difensiva elevando e allargando il cammino coperto. Nel gennaio del 1813, ancora presente il Pezzi, le opere di fortificazione progettate nella parte occidentale del Golfo riguardavano anche il restauro della fortezza in esame. Nel corso del 1813 il Riverieul sostituì il Pezzi nella carica di sotto-direttore alla Spezia. La situazione al 22 novembre 1813 dei principali lavori di fortificazione e della progettazione era la seguente: si prevedeva di terminare, entro due campagne di lavori, l’opera sulla sommità della Castellana, i cui lavori di scavo erano iniziati sin dalla primavera del 1811, e il restauro del forte di Santa Maria già iniziato nel 1812. Furono previsti la costruzione di nuovi bastioni, di un magazzino per la polvere da sparo e di una caserma a prova di bomba.
Nel 1814 il forte fu protagonista di un ultimo atto bellicco. All'interno di esso la piccolissima guarnigione francese al comando del Capitano Antoine Mattieux, composta di 30 granatieri e 12 cannonnieri al servizio di ventiquattro bocche da fuoco, provò a resistere agli intensi bombardamenti a cui venne sottoposta dalla squadra navale inglese al comando di Lord Bentick, arrendendosi solamente quando tutte le artiglierie furono rese inservibili a causa dei danneggiamenti e della mancanza di granate e munizioni. Gli Inglesi avevano iniziato a penetrare nel Golfo spezzino il 25 marzo senza riscontrare particolari difficoltà. Il giorno successivo una delegazione di abitanti della Spezia riferirono alle truppe britanniche che i Francesi avevano abbandonato città e forti e che solo quello di Santa Maria aveva avuto l'ordine di resistere. Quindi gli sforzi inglesi si riversarono su Santa Maria iniziando le procedure per l'assedio. A seguito di un nuovo rifiuto di resa, nel pomeriggio del 29 marzo aprirono il fuoco che si protrasse per tutta la notte e il mattino successivo sinché i francesi non si videro costretti a issare bandiera bianca.
Il forte fu demolito nella seconda metà dell’Ottocento per far posto alla batteria Giuseppe Garibaldi, costruita sul finire del secolo XIX.